Sappiamo benissimo quanto è difficile al giorno d’oggi, anche se la crisi economica sembra mordere meno rispetto agli anni passati, per un imprenditore riuscire a far quadrare il bilancio aziendale. Molto spesso questa mancata “quadratura del cerchio” si verifica anche per la difficoltà di recuperare i crediti dai fornitori. L’impossibilità di recuperare i crediti rende, di conseguenza, difficilissimo fronteggiare le esposizioni debitorie, così come le spese correnti.

La cosa in cui davvero troppo spesso gli imprenditori sbagliano è quella di trascurare i segnali e di pensare di poter arginare da soli la situazione. In realtà il credito è la linfa della società ed occorre sapere che prima si agisce per recuperarlo, prima si incassa. Se dunque si verifica che il numero delle commesse diminuisce, clienti importanti pagano le fatture in ritardo o non le pagano, i fornitori pretendono acconti e minacciano procedure esecutive, è giunto il momento di rivolgersi ad una società specializzata, come la Cmbi.

Cmbi propone un’azione di recupero del credito che non può essere associata a ciò che comunemente si intende con questa espressione. L’azione di Cmbi, infatti, è sempre prima studiata accuratamente e programmata con cautela. Il recupero del credito viene così, dopo esser stato ben organizzato, attuato in una fase successiva, ed affidata a personale esperto, che si relazionerà con il debitore, proponendo le soluzioni più efficaci ed attuabili, a tutela del creditore. Tale azione non rientra dunque nella classica azione di “recupero del credito”, quella cioè effettuata attraverso agenti esattori, bensì tende a riattivare la comunicazione tra le parti mediante un procedimento di mediazione alla presenza di un professionista terzo ed imparziale. Attualmente il procedimento di mediazione è regolato dalla legge n. 98 del 9 agosto 2013 e viene utilizzato con vantaggio sia dal creditore che dal debitore.

 

A cura dell’ addetto stampa CMBI – dott.ssa Jenny Giordano

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